JŪ JUTSU GŌ JŪ

Il jūjutsu è una delle più antiche Arti Marziali Giapponesi e lo si può considerare insieme al Sumō come il capostipite di esse. Nel jūjutsu è racchiusa l’esperienza di secoli di studi da parte di intere generazioni di samurai, bushi e sensei . Rappresenta la difesa personale per eccellenza, in quanto, come arte marziale, quella era una delle sue principali applicazioni.
Il jūjutsu è una disciplina dinamica ed efficace adatta per uno sviluppo psicofisico completo e, per chi lo desidera, anche umanistico-religioso, in quanto legata alle filosofie orientali.
La scuola del Gōjū ha origini ovviamente Okinawesi, è sicuramente più conosciuto come stile di karate ma, come disse il Maestro Yamaguchi , esisteva anche la componente Jutsu nella sua scuola e alcuni kata, come molte altre tecniche, rappresentano questo legame interdisciplinare.
Negli anni di pratica ho potuto approfondire lo studio in varie discipline e scuole di origine giapponese dalle quali ho estratto il programma contenuto in questo libro, lavorando con vari maestri sia nazionali, che internazionali. Con alcuni dei sōke internazionali collaboro tutt’ora, basti pensare che il Direttore Tecnico O. della nostra scuola è il Maestro Giapponese S.Hattori.
Il jūjutsu gōjū è quindi l’insieme di didattiche marziali derivanti da più scuole Koryū giapponesi, come ad esempio lo Yōshin Ryū , il Daitō Ryū e anche da scuole più moderne come lo Hakkō Ryū .
È in sintesi un programma tecnico tradizionale e contemporaneo allo stesso tempo. Sono state inserite nozioni estratte dallo Shōrinji Tetsu Kenpō , in quanto disciplina studiata dai sōke con i quali coopero e di conseguenza anche il lavoro sulle tecniche di digito pressione. Tali conoscenze le possiamo ritrovare in un Kata denominato Kyūsho no Kata, composto da 108 sequenze tecniche di cui 36 considerate mortali.
Il jūjutsu Gōjū appartiene a quelle scuole di arti marziali nate appunto nell’era Shōwa. La traduzione più usata delle parole Gōjū, è “duro” e “morbido”.

Ju Jutsu

Il principio fondamentale che lega queste parole alla pratica è che una senza l’altra non può esistere, oppure potrebbero esistere ma sarebbero più deboli e incomplete, sono fondamentalmente in sinergia l’una con l’altra. Questo dualismo è parte integrante delle filosofie orientali, come la vita e la morte, il nuovo e il vecchio, la luce e il buio o la tradizione e l’innovazione.
Concetti che possiamo ritrovare nelle continue azioni tecniche e nei movimenti anche del nostro corpo, come per esempio i polmoni che si riempiono e si vuotano o come la continua contrazione muscolare e il suo conseguente rilassamento muscolare.
Il pieno e il vuoto cosi come lo Ying o lo Yang sono a mio avviso i dualismi che più si addicono alle varie applicazioni tecniche della nostra scuola.
L’obiettivo di questo libro è quello di fornire delle linee guida per i praticanti per un apprendimento graduale e costante.
Io mi ritengo semplicemente una persona con più esperienza, che ha avuto e che ha la possibilità di approfondire certi argomenti marziali con maestri di elevata caratura tecnica.
Farò sempre del mio meglio per aiutare a crescere marzialmente chi lo desidera.
La nostra associazione così come tutte quelle che hanno scelto di collaborare con noi seguono questo programma molto vasto, che fornisce una preparazione sul jūjutsu veramente efficace ed esauriente. Noi siamo tutti uguali, l’unica differenza tra i nostri tecnici è il livello di preparazione che ne determina il grado, ma l’idea è quella di proseguire liberamente in gruppo senza limitazioni imposte.
Il jūjutsu Gōjū è riconosciuto a livello nazionale da più Enti di Promozione Sportiva o EPS e il programma lo si può praticare anche nella Federazione FIJLKAM.
Il jūjutsu Gōjū è riconosciuto in Giappone, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in tante altre nazioni. In Italia è praticato e diffuso in più regioni e due volte all’anno i suoi praticanti si riuniscono in Seminari Nazionali per una continua pratica comune di condivisione e unione.

KENPŌ NO TAIYŌ HAKKU: GLI OTTO POEMI DEL PUGNO

Il kenpō no taiyō hakku o kenpō hakku e’ un poema in otto versi contenuto nel celebre Bubishi . Questo testo, arrivato dalla Cina, tratta di filosofia, strategia, medicina, storia marziale e tecniche di combattimento ed e’ ritenuto uno dei documenti piu’ importanti per le arti marziali giapponesi.
Il Maestro Miyagi Chōjun , che ne ha studiato profondamente il contenuto, ne rimase affascinato e battezzo’ il suo stile “Gōjū” proprio ispirandosi al terzo verso del Kenpō hakku. Queste otto frasi rappresentano l’essenza del Gōjū e il loro contenuto deve ispirare il praticante e servire come modello di riferimento per verificare la corretta esecuzione di ogni tecnica e della propria evoluzione marziale.
I versi sono corredati dalla traduzione che riteniamo piu’ appropriata e da altre interpretazioni alternative.
1 - JINSHIN WA TENCHI NI ONAJI
dal cinese rén xīn tóng tiān dì

• La mente è tutt’uno con il cielo e la terra
• Lo spirito dell’uomo è simile all’universo
2 - KETSUMYAKU WA NICHIGETSU NI NITARI
dal cinese xuè mài shì rì yuè

• l cicli del corpo sono come quelli del sole e della luna
• I ritmi circolatori del corpo sono simili ai cicli solari e lunari di ogni giorno
• Il sangue circola nello stesso modo in cui si muovono la luna e il sole
3 - HŌ WA GŌJŪ WO DONTOSHI
dal cinese fâ gāng róu tūn tû

• Tutto (nell’universo) respira duro (Gō) e morbido (Jū)
• Essenziali sono l’inspirazione e l’espirazione con forza e con cedevolezza
• Il metodo dell’inspirare e dell’espirare implica durezza e morbidezza
• Inspirare rappresenta la morbidezza mentre espirare caratterizza la durezza
• La legge del respiro è Gō (durezza) e Jū (morbidezza), dentro e fuori
4 - MI WA ZUIJI ŌHENSU
dal cinese shēn suí shí yìng biàn

• Agisci in accordo con il tempo e i mutamenti
• Il corpo segue il tempo e si adatta ai cambiamenti
• Adattati al cambiamento delle condizioni
5 - TE WA KŪ NI AEBA SUNAWACHI HAIRU
dal cinese shôu féng kōng zé rù

• Le tecniche emergono in assenza del pensiero cosciente
• La mano e’ efficace quando c’e’ il vuoto
• Non appena gli arti incontrano il vuoto, si dispongono secondo una tecnica corretta
• Attacca quando ci sono aperture
• In uno scontro devi entrare in uno stato di Kū (vuoto): fronteggia l’avversario solido e risoluto, ma non lasciare trasparire alcun intento o emozione
6 - SHINTAI WA HAKARITE RIHŌSU
dal cinese ma jìn tuì lí féng

• Per catturare il momento opportuno bisogna avanzare e indietreggiare
• I piedi, avanzando e indietreggiando, separano e incontrano
• Posizione e distanza determinano il risultato di un incontro
• Il centro di gravita’ avanza, indietreggia, e gli avversari si allontanano e si incontrano
• Quando se ne presenta l’opportunità, avanza e indietreggia con la corretta Maai (distanza)
7 - ME WA SHIKŌ WO MIRU KOTO WO YŌSU
dal cinese yân yào shì sì xiàng

• Gli occhi devono guardare nelle quattro direzioni
• Guarda i movimenti nelle quattro direzioni
• Gli occhi non devono perdere il minimo cambiamento
• Vedi cio’ che non e’ visibile
• Non rimanere cosi’ coinvolto nella tecnica da perdere di vista le azioni dell’avvversario
8 - MIMI WA YOKU HAPPŌ WO KIKU
dal cinese êr zé tīng bā fāng

• Le orecchie devono ascoltare in tutte le otto direzioni
• Aspettati l’inaspettabile